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Tempo instabile con probabili interviste!

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Marco Pontecorvo e il suo cast hanno presentato alla stampa milanese Tempo instabile…con probabili schiarite, una commedia italiana che racconta lo sconvolgimento che la scoperta di un giacimento di petrolio innesca in un piccolo paesello delle Marche e soprattutto tra due amici d’infanzia: l’intraprendente e furbo Giacomo (Luca Zingaretti) e l’ingenuo e un po’ fifose Ermanno (Lillo).

La lotta che si consuma a Sant’ugo sembra quasi veder fronteggiarsi due Italie. 
MP: Mi piaceva molto l’idea che lo spettatore potesse parteggiare ora per l’idealista Ermanno ora per il pragmatico Giacomo, senza mai dare completamente ragione alle due fazioni, idealista post comunista e praticamente orientata al business, che incarnano. Non mancano poi momenti in cui i due protagonisti finiscono per scambiarsi le casacche perché il petrolio è una metafora che scombussola i ruoli e rende confusi.
In questa lotta per conquistare il pubblico il personaggio di Zingaretti è lievemente in vantaggio, però non dimentichiamo che non mancano “punti d’ombra”: è lui che propone di sotterrare illegalmente i busti di colla. Giacomo è un personaggio in movimento, ma non sa esattamente verso quale meta e con che motivazione. Quelli che si muovono davvero nel mio film sono i giovani.

Nel film troviamo una certa retorica politica, però sembra in qualche modo stanca, vuota, quasi superata.
MP: Sì, la cooperativa di divani con i soci “compagni” di Ermanno fanno chiaramente riferimento a quel tipo di vita politica, però volevo fotografare questo momento preciso del Paese, in cui avvertiamo una stanchezza verso quello che eravamo e stiamo facendo il punto. C’è voglia di rinnovarsi in Italia e non solo tra i giovanissimi, anche nelle generazioni come la mia, a cui il mondo è mutato sotto il naso, forse colpevolmente.

Quando hai comincia a lavorare sul film, che momento fotografa esattamente?
MP: Cinque anni fa, quando la Lega Nord arrivò alla prima vittoria importante in Emilia Romagna.

Quale sarebbe quindi la morale del film?
MP: Tempo instabile è una storia di amici, di provincia, ma non credo ci sia una vera e propria morale precostituita. Per alcuni aspetti io mi sento più vicino al personaggio di Lillo, ma di fondo sento di avere anche la dinamicità di quello di Zingaretti. Ognuno tira fuori quello che vuole da questo film e la propria morale, scegliendo da che parte stare.

Il piccolo paese dove è ambientata la vicenda, Sant’Ugo, esiste veramente?
MP: Sant’ugo non esiste, è ispirato a piccoli centri come Lugo di Romagna, che conosco bene. Le riprese del film si sono svolte per la maggior parte tra Pesaro e Cagli.

Come si è arrivati a coinvolgere John Turturro?
MP: L’idea di coinvolgerlo è nata sin dalla scrittura della sceneggiatura, per la qualità surreale del personaggio del cercatore di pozzi di petrolio. Lui con me aveva già lavorato, maledicendomi per avergli fatto pronunciare battute complesse e lunghissime in italiano o per aver girato in passato molte scene in acqua nonostante lui abbia un certo timore per questo elemento. Nonostante tutto, ha accettato.

Il film è pieno di riferimenti non troppo sottili al mondo dei divani made in Italy: poltrona Frau, Divani&Divani…
MP: Poltrona Frau è un riferimento voluto, Ermanno vive per i divani, è il suo sogno arrivare a quei livelli, perciò ha chiamato la ditta “Poltrona Fau”, nella speranza di richiamare quei fasti. Stessa cosa per Puff&Divani.

Erano belli i divani in stile manga!
MP: vero? Pensa, io ho proposto alla ditta che ci ha ospitato per le riprese di farne una linea…ci hanno pensato ma per il momento è l’unico esemplare è lì, nell’ufficio del produttore.
Vorrei sottolineare un dato molto importante: grazie a tutti gli attori e alla troupe è stato possibile fare un film in cinque settimane, nonostante ci siano tante location e tanti attori in gioco. Un piccolo miracolo ottenuto grazie al lavoro di squadra di tutti, ce l’abbiamo fatta grazie a questo motivo.
LP: Sì, averlo girato in  cinque settimane ha del miracoloso.

A chi ti sei ispirata per Tabellina, Cristina? Il personaggio ha una componente impacciata alla Bridget Jones…
CC: Brigdet Jones è più disinvolta! L’impressione era quella di somigliare all’impacciato topolino di campagna arrivato in città, questo personaggio è proprio un concentrato d’ansia. Mi hanno aiutato a calarmi nel personaggio le scarpe sbilenche che indossavo e gli occhiali dietro cui nascondermi. Per alcuni aspetti mi sono ispirata a persone ansiose che conosco, per altri sono partita da zero.

Zingaretti e Lillo…una nuova coppia cinematografica?
LP: Ci siamo trovati bene, abbiamo sviluppato un vero rapporto umano tra di noi. Ci conoscevamo già prima del film, ma non così bene. Cenavamo insieme la sera, forse è da lì che è nato il nostro feeling?
LZ: Sono molto felice del risultato, mi sembra che la coppia funzioni a livello amicale e non è mai un esito così scontato. Io a Lillo invidio molto il fatto di essere molto aperto fin da subito sul lavoro e nelle amicizie.
LP: In realtà lui è diventato il re del set portandoci i cannoli siciliani.
LZ: C’è un mio amico pasticciere a Scilli che fa delle cose “da sbattere la testa al muro”. Lillo mi aveva svelato di essere molto goloso e di amare in particolare i cannoli…
LP: …lui telefona e zac! il giorno dopo cannoli siciliani freschissimi sul set! Luca for president!

Il film parla molto di sogni trascurati o mai realizzati…quali sono i vostri? Li avete realizzati?
LP: Sogno un mondo in cui i dolci sono dietetici. (ride) Sono fortunato, faccio un lavoro che mi mette a contatto col pubblico, cercando di arrivare alla gente divertendola…un po’ quando volevo fare l’animatore.
CC: Un sogno al secondo: sono fatta così e secondo me i veri sogni non vanno detti ad alta voce. In qualche modo i sogni ti stimolano, ma non vanno mai rivelati.
Io vorrei tantissimo essere una rock star: vorrei suonare la chitarra e recentemente ne ho comprata una per prendere lezioni, ma ho l’anulare di legno, potrei cantare ma…meglio di no! (ride)
LZ: Io mi definisco un uomo fortunato, mi diverto, faccio film come questo, ho una vita professionale soddisfacente. I sogni però quando li realizzi ne chiamano sempre di nuovi. Io per fortuna sono pieno di sogni. Credo che però a tutti sia capitato di sognare una vita più autentica.

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