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La crisi taglia la formazione ma riorganizza l’impresa

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BarberisMILANO – Contrariamente a quanto sta succedendo nelle aree più avanzate d’Europa, in Italia le aziende (soprattutto se di dimensioni piccole o medie) continuano a non investire nella formazione anche se nell’ultimo anno hanno cominciato un vero e proprio processo di ristrutturazione per sopravvivere alla crisi e presentarsi con le carte in regola a una ripresa che comunque fatica ancora ad arrivare.

E’ la fotografia in bianco e nero che emerge dall’annuale ricerca condotta dall’Osservatorio di Expo Training su un campione qualificato di imprese che partecipano alla Fiera della Formazione, vero punto di riferimento nazionale del settore che si terrà sempre a Milano nella prima settimana di giugno. La ricerca, i cui risultati saranno presentati in quella occasione, sono ora anticipati nelle suoi tratti essenziali che – appunto – sottolineano come continui ad esserci poca formazione e quella poca che c’è non riguardi i settori strategici.

“La crisi sta tagliando ulteriormente la formazione professionale e in questo modo si compromette uno degli asset principali per il futuro delle nostre imprese e del mondo del lavoro” dichiara Carlo Barberis, fondatore di Expo Training. La percentuale delle aziende che fanno formazione e che intendono farla nel 2015 comunque sale (anche se non di molto) col salire della dimensione. Infatti, in quelle fra i cento e i trecento dipendenti la percentuale di chi ha investito in questo campo si assesta al 15% mentre cresce al 26% in quelle medio-grandi (300-500 addetti), al 32% per quelle fino a mille dipendenti, per arrivare oltre il 50% nella grande industria. “Il quadro che emerge – continua Barberis – è quello di una scarsa o quasi nulla fiducia nella formazione nelle piccole e medie imprese, a fronte di una maggiore convinzione e utilizzo nelle grandi aziende: il dato generale evidenzia inoltre un livello di arretratezza del nostro Paese rispetto ai paesi più avanzati ancora molto evidente”.

Anche dal punto di vista delle discipline e degli argomenti trattati dai corsi realizzati la situazione è poco felice. Le attività formative delle aziende, infatti, si concentrano prevalentemente su competenze di base e non strategiche: i corsi riguardano soprattutto l’inglese, l’informatica e la sicurezza sul lavoro, a scapito di corsi sulle discipline tipiche della cultura aziendale come il marketing, la comunicazione, il management, le vendite e su competenze strategiche che possono incidere sulla competitività delle imprese.
La ricerca disegna però anche un quadro a tinte meno fosche. Se è vero che sul versante della formazione non si sono ancora spostati molti investimenti, dall’altro lato però si evidenzia che una quota rilevante di aziende ha avviato negli anni della crisi un vero e proprio processo di ristrutturazione: ben il 51% ha rimesso mano all’organizzazione aziendale apportando significativi cambiamenti. Se la sostituzione di professionalità divenute ormai obsolete (effettuata dal 35% del totale delle imprese) ha rappresentato un passaggio ineludibile, d’altro canto le aziende sono state spinte a innovare le competenze, aggiornando quelle esistenti e acquisendone di nuove: il 40% ha effettuato assunzioni inserendo nuove professionalità in azienda e il 30% si è attivato per riconvertire e riqualificare il personale esistente. L’inserimento di nuove risorse in sostituzione delle vecchie o il ricorso a competenze esterne più specialistiche, utili a supportare il cambiamento in corso, si sono accompagnati all’esigenza di ottimizzare l’organizzazione interna e rimotivare i gruppi di lavoro, in un processo complesso che ha visto ridisegnare dal basso l’organizzazione aziendale, con il reengineering dei processi lavorativi (38%), l’introduzione di nuove prassi, la riorganizzazione dei gruppi di lavoro (33%), la revisione dei turni e degli orari interni (19%). Ancora, ben il 28% delle aziende, coerentemente con gli obiettivi di produttività fissati, ha ridefinito il sistema di valutazione e i meccanismi premiali.

La ricerca completa sarà presentata in occasione della seconda edizione di Expo Training, la prima Fiera della formazione professionale in Italia, che si svolgerà a Milano i giorni 3-4-5 giugno presso Fiera Milano City. Per informazioni www.expotraining.it

ExpoTraining è “la prima fiera nazionale della formazione” dove è possibile toccare con mano le migliori soluzioni proposte dall’eccellenza del training italiano per favorire lo sviluppo di piani formativi a favore delle imprese, della pubblica amministrazione, dei giovani e mirati a soddisfare i loro fabbisogni. Grazie alla partnership con Fiera Milano, ExpoTraining è la vetrina privilegiata per scoprire le novità del settore, per incontrare i responsabili del personale che decidono le scelte d’acquisto della formazione e dei servizi legati alle risorse umane, per individuare partner e per aggiornarsi.

Carlo Barberis, sociologo della formazione, da venticinque anni calca le scene delle aule formative nazionali ed internazionali a favore di medie e grandi aziende. Fondatore della Power Training, editore e direttore della Human Training, ideatore e organizzatore di Expo Training e presidente di Unionformazione. Nel 2010 è stato insignito dalla Presidenza della Repubblica Italiana della distinzione onorifica di Cavaliere dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”.

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