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Pixels – la recensione

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Essere fraintesi a livello galattico: la NASA iperpositiva degli anni ’80 manda in orbita un sorta di sonda memorabilia di quell’epoca. Gli alieni la trovano, sì, ma scambiano i vecchi classici da sala giochi (PacMan, Galaga, Centipede e compagnia) per una dichiarazione di guerra e ci attaccano a suon di pixel. Chi potrà salvarci se non i campioni della sala giochi? 

Adam Sandler dà un’impressione di grande stanchezza in un film che è di gran lunga la peggiore operazione nostalgia incentrata sugli anni ’80 vista fino ad oggi. Lo spunto di Pixels è accattivante, ma la scrittura e la recitazione sono così povere che gli attacchi videoludici degli alieni sono di gran lunga l’elemento più realistico della pellicola. Gag che non fanno ridere, svolte imbarazzanti, buchi nella trama, aggravati dal solito atteggiamento provolone americano di questa fascia di comicità, non possono essere salvati da un paio di citazioni cult dei pomeriggi spesi in sala giochi. Specie quando non si percepisce un vero coinvolgimento emotivo dietro l’operazione, se non dietro a un paio di product placement davvero ben congegnati (brava mini!).

Bocciato su tutta la linea, con la unica, rimarchevole eccezione di Peter Dinklage.

Pixels sarà nelle sale italiane dal 29 luglio.

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